Da amebe guizzanti azzurro cielo a colorate forme
geometriche: l’affascinante nail art di Madeline
Poole è uno sguardo familiare dietro le quinte delle sfilate di Prabal
Gurung e Phillip
Lim.
Ma di tutti i disegni abilmente eseguiti che la manicure della
redazione e ambasciatrice di Sally Hansen ha svelato, la proposta più
stravagante può essere il tradizionale “occhio di Allah” o occhio blu, inserito
vicino alla base della cuticola, motivo che continua ad essere un fenomeno di
moda in piena regola, che spunta sulle passerelle di Kenzo e Tome e che si pone come sfacciato complemento agli anelli a forma
di occhio di Delfina Delettrez.
Tre anni fa, durante la settimana
della moda primaverile di New York, è stata
Madeline Poole la prima a improvvisare quel look: “Volevo l’occhio blu sulle unghie per
respingere le energie negative durante
quel periodo eccezionale”, dice ai ficcanaso surrealisti, che ha reinventato per Vogue.com in una splendente tavolozza primaverile.
Ispirata ai segni delle ronde di quartiere e agli
scarabocchi dei bambini - “Scrivevo e scarabocchiavo ogni pezzo di carta che mi
trovavo davanti!”- il versatile disegno della mezzaluna è pensato per simulare
la curva naturale della cuticola e richiede un minimo di ritocco minimo di
mantenimento.
Come eseguirlo? Secondo la Poole la base è una
cuticola rotonda e uniforme, ben modellata con il bastoncino di arancio e
leggermente opacizzata. Madeline poi usa un pennellino per disegnare una
mezzaluna, da riempire con gel e creare un piccolo cerchio al centro con un
tocco di glitter. Una volta che tutte le parti si sono asciugate, una piccola
macchia nera diviene la pupilla e tutta la creazione viene coperta da gel
trasparente.
E’ un look che anche i nail artist neofiti possono
affrontare.
“Sapevo già quando ho terminato la prima mano che erano speciali" dice la Poole. “Di solito capisco subito quando ho creato qualcosa di vincente”.
“Sapevo già quando ho terminato la prima mano che erano speciali" dice la Poole. “Di solito capisco subito quando ho creato qualcosa di vincente”.
Articolo tradotto da LAURA TURBINATI da Vogue.com
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